In questa sezione sempre in aggiornamento trovi tante informazioni e curiosità sul mondo della visione raccontate dai nostri esperti Elisabetta e Riccardo:
Ottica
Il mio motto è:
"I nostri occhi ci permettono di interfacciarci col il mondo: osservare la natura, le stagioni, la crescita dei propri figli, nipoti, poter scrivere, leggere, camminare, cucinare, dipingere, passeggiare... ogni giorno, ora, minuto, istante lo possiamo assaporare anche grazie alla vista, non sacrifichiamola impariamo a prendercene cura!"
Optometrista
Il mio motto è:
"La vista è il primo senso con il quale ci relazioniamo al mondo. I colori, i contrasti, la luce e le ombre ci permettono di muoverci in questo spazio che chiamiamo casa, lavoro, vita.
Vedere meglio è vivere meglio."
Foto da pexels @rodnae-prod
Parliamo di un tema molto attuale, la progressione miopica ed il suo controllo.
Se vuoi sapere di più sulla miopia, ne avevamo già parlato nella precedente curiosità.
La progressione miopia interessa tutti i giovani miopi: la giusta soluzione ottica non deve solo consentire di vedere bene, ma deve essere progettata per tenere sotto controllo il più possibile la progressione della miopia, per evitare che questa raggiunga negli anni valori eccessivi con potenziali rischi sulla salute oculare!
Scopri di più sulle nuove lenti oftalmiche per il controllo della progressione miopia con le video-curiosità a tema:
In arrivo...
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Vi presentiamo le video-curiosità a puntate sulle montature per occhiali!
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Immagine schematica di come vediamo le mosche volanti. Foto da https://www.optox.it/
Vi è mai capitato di vedere le mosche volanti? Sono delle macchioline di diversa forma e dimensione che sembrano spostarsi nell'ambiente che stiamo osservando, e sono di solito più facilmente visibili in alcune condizioni di luce, come guardando il cielo.
Le miodesopsie, che comunemente chiamiamo mosche volanti, sono causate da corpuscoli presenti nel corpo vitreo, la massa gelatinosa all'interno dell'occhio che lo sorregge e lo mantiene in forma. Il corpo vitreo con il passare degli anni può presentare fluidificazione localizzata in alcuni punti, con la conseguente comparsa di agglomerati di fibre di collagene che noi possiamo vedere appunto come macchie nel nostro campo visivo.
OPTOvitreo, foto da https://www.optox.it/
Le mosche volanti in genere non sono pericolose, ma possono essere molto fastidiose!
Non esistono farmaci per la cura delle miodesopsie, quindi la soluzione migliore è la prevenzione: puoi provare un integratore specifico.
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Foto di un miraggio nel deserto.
Vi presentiamo la video-curiosità sul miraggio!
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Foto da pexels @alex-250137
Vi presentiamo la video-curiosità a puntate sull'arcobaleno!
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Foto da pexels @kseniachernaya
Vi presentiamo la video-curiosità sulla visione dei colori!
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Foto da pexels @pixabay
Vi presentiamo la video-curiosità sui colori!
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Foto da pexels @wendelmoretti
Il colore negli occhi è dato da un pigmento, la melanina, presente nell'iride in diverse quantità. Ma andiamo con ordine...
L'iride è il muscolo che modifica la pupilla, ed è appunto la porzione dell'occhio nella quale osserviamo le diverse colorazioni. Tutte le colorazioni possibili sono date dal medesimo pigmento, la melanina, lo stesso che da il colore alla pelle.
A far variare il colore degli occhi, dai colori più chiari fino ai più scuri, è semplicemente la diversa quantità di melanina presente.
Se presente in alte concentrazioni l'iride apparirà marrone. Più la concentrazione di melanina è elevata più avremo un marrone intenso, quasi nero. Al calare della melanina potremo apprezzare le diverse tonalità del marrone e del castano.
In questi casi la luce che colpisce l'iride viene assorbita dalla melanina, che tratterrà i diversi colori, mostrandoci prevalentemente le tonalità che compongono il marrone.
Se la quantità di melanina si riduce ancora potremo osservare i colori più chiari, come il nocciola, il verde e il grigio.
Questi colori, apparentemente diversi dal marrone, sono possibili grazie alla combinazione del colore della melanina ad un fenomeno fisico, la diffusione di Rayleigh. Vi ricordate? Ne abbiamo parlato affrontando il colore del cielo: la diffusione fa sì che la luce che colpisce l'iride venga ri-emessa in tutte le direzioni. Poichè, proprio come per il cielo, le particelle diffondenti dell'iride sono piccole, la luce pi&ugarve; diffusa è quella blu, il colore visibile dell'iride assume le sfumature particolari del verde e del grigio. Questi colori sono infatti piuttosto cangianti in base alla luce ambientale, proprio perchè dovuti non solo ad un pigmentazione, ma alla diffusione della luce.
E gli occhi azzurri? Sono dovuti all'assenza di melanina: la responsabile degli occhi azzurri è la sola diffusione!
Talvolta il colore degli occhi può variare nel corso della vita: è sicuramente il caso dei neonati, che nascono con poca pigmentazione e presentano quindi spesso occhi chiari. Questi variano nei primi mesi di vita, colorandosi per asssumere la colorazione che il corredo genetico della persona avrà stabilito.
Anche invecchiando può cambiare il colore degli occhi... In questo caso è ancora la diffusione a causare la variazione: con l'avanzare dell'età, le particelle diffondenti dell'iride tendono ad ingrandirsi, facendo venir meno le condizioni per la diffusione di Rayleigh, e provocando invece diffusione di Mie, che produce luce bianca: ecco spiegato perchè gli occhi tendono a sembrare più chiari e biancastri in età senile!
Un ultimo caso molto speciale è quello degli occhi rossi, tipici dell'albinismo: in questo caso le particolari condizioni dell'iride lo rendono più trasparente del dovuto, permettendo alla luce di filtrare verso il fondo dell'occhio e venire diffuso dalla retina, tipicamente rossa per la presenza dei vasi sanguigni. Il rosso che vediamo è dunque dovuto alla riflessione e alla diffusione del fondo dell'occhio.
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Foto da pixabay @ritae
Il tramonto da sempre affascina l'osservatore grazie ai suoi colori vivi e brillanti. I toni che assumono il sole ed il cielo al tramonto sono molto diversi dal cielo azzurro che abbiamo descritto nelll'ultima curiosità dal titolo Perchè il cielo è azzurro?. Ma come mai il colore del cielo cambia così al tramonto? La risposta è sempre da ricercare nel fenomeno fisico della diffusione, grazie al quale la luce, incontrando le piccole particelle di gas o di umidità sospese nell'aria, viene ri-emessa dalle particelle stesse in tutte le direzioni.
La luce del sole, passando nell'atmosfera, viene diffusa dalle molecole di gas o dalle minuscole goccioline di acqua sospese nell'aria. Come abbiamo visto (per approfondire: Perchè il cielo è azzurro?), la diffusione di Rayleigh diffonde principalmente la luce azzurra.
Quando il sole si abbassa all'orizzonte, la sua luce deve attraversare una porzione maggiore di atmosfera rispetto a quando è a mezzogiorno. Questo percorso aggiuntivo fa sì che una maggiore componente di azzurro venga diffusa. La luce del sole è composta da molte frequenze, per semplificare pensiamola come composta da tutti i colori dell'arcobaleno. Tutti i colori insieme formano una luce che vediamo bianca: se da questo mix di colori rimuoviamo l'azzurro (dobbiamo rimuoverlo perchè è stato diffuso), quello che ci resta non sarà più luce bianca, ma luce di colore giallo-rosso.
Per lo stesso motivo il sole ci appare giallo, e non bianco, anceh quanto non è al tramonto!
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Foto da pexels @elia-clerici
Vi siete mai chiesti perchè il cielo è azzurro?
Il colore del cielo è dato dalla diffusione, un fenomeno fisico che interessa la luce quando incontra un ostacolo.
Nel caso del cielo, l'ostacolo è rappresentato dalle molecole di gas o dalle piccolissime particelle di umidità sospese nell'aria. Proprio la dimensione ridotta di queste particelle, fa sì che avvenga la diffusione di Rayleigh: in questa configurazione la frequenza più diffusa è quella del blu. Questo significa che, di tutti i colori, verrà diffuso maggiormente il blu, rendendo il cielo azzurro.
Come abbiamo detto, la diffusione è un fenomeno fisico.
Trattando il fenomeno secondo la fisica quantistica, possiamo dire che i fotoni, le particelle di luce, nel loro movimento possono urtare dei corpi. Urtare è proprio il termine giusto, perchè quello che avviene è solitamente un urto elastico. Se immaginiamo un fotone che urta una molecola di gas, ad esempio, ciò che accade potrebbe essere paragonabile allo scontro tra due palle da biliardo.
Poichè la spiegazione di questo fenomeno non è semplice, solitamente si considera la diffusione secondo l'ottica ondulatoria: la luce, che si comporta come un'onda elettromagnetica, colpisce un corpo (nel caso del cielo la solita molecola di gas). Il corpo colpito agisce come una nuova sorgente di luce, emettendo in tutte le direzioni la radiazione ricevuta.
Possono avvenire diversi tipi di diffusione: possiamo distinguerne le tipologie in base alla dimensione delle particelle colpite dalla luce. Parlando di particelle "piccole" o "grandi", questi termini vanno intesi in riferimento alla lunghezza d'onda della luce: siamo nell'ordine dei nanometri, 10-9 metri, ossia un milionesimo di millimetro...
In conclusione, i colori degli oggetti sono spesso dati dalla diffusione, ma questo non è l'unico fenomeno ottico che interessa la luce e che ci consente di vedere i colori! Esistono altri fenomeni come la riflessione, la rifrazione o l'assorbimento. Tutti questi fenomeni insieme contribuiscono a plasmare gli oggetti, dando forma alla luce che li colpisce, consentendoci di osservare il mondo attorno a noi.
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Vi presentiamo le video-curiosità a puntate sul laboratorio di oftalmica!
Con il termine oftalmica ci si riferisce all'occhio e a ciò che lo riguarda. Le lenti per occhiali sono dette appunto lenti oftalmiche.
In queste video-curiosità vi apriamo le porte del nostro laboratorio di oftalmica per mostrarvi i vari processi per la lavorazione ed il montaggio degli occhiali!
Vi abbiamo già mostrato come nasce un occhiale... Non vi ricordate? Nessun problema, potete rivedere la nostra curiosità: Come nasce un occhiale.
Dettaglio della produzione di una dima in cartoncino
Dettaglio della produzione di una dima in cartoncino
Dettaglio dell'incisione del profilo della dima sulla lente in vetro per prevenire le scheggiature
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Foto da Pexels.
Elisabetta vi presenta le video curiosità a puntate sul film lacrimale. Restate connessi, aggiungeremo un nuovo video ogni venerdì, e ricordate: trovate i video anche sui nostri canali social!
Per sapere tutto sull'argomento, di seguito trovate l'articolo completo!
Rossore, bruciore, sensazione di corpo estraneo nell'occhio, eccessiva o scarsa lacrimazione possono essere associati a alterazioni del film lacrimale. Grazie a test mirati e prodotti specifici è possibile ristabilirne il giusto equilibrio.
In questo articolo conosceremo il film lacrimale, le sue funzioni, da cosa può essere alterato e le soluzioni!
Sai già tutto sull'occhio secco? Scopri direttamente cosa possiamo fare per aiutarti!
Il film lacrimale è un fluido protettivo e lubrificante che ricopre l'occhio. Ci permette di chiudere e aprire le palpebre in modo fluido e la sua stabilità è molto importante per il nostro occhio e per la nostra visione.
Con l'aumentare dell'età, il contatto con sostanze irritanti, aria condizionata, fumo, smog e l'uso prolungato di lenti a contatto, il film lacrimale può alterarsi e provocare disturbi nella visione, sensazione di occhio secco, bruciore, rossore, sensazione di corpo estraneo, eccessiva o scarsa lacrimazione.
Il nostro film lacrimale è composto da tre strati: lo strato lipidico, acquoso e mucinico (o mucoso).
Vediamo ora delle funzioni di ogni singolo strato e delle problematiche che possono susseguire in caso di deficit.
Lo strato lipidico è oleoso ed è lo strato più esterno. Viene prodotto dalle ghiandole di Moll, dalle ghiandole del follico pilifiro di Zeiss e dalle ghiandole del Meibomio. Una sua carenza potrebbe significare un malfunzionamento o ostruzione delle ghiandole che lo producono. L'ostruzione delle ghiandole del Meibomio può essere causata da una secrezione molto grassa o per l'uso del make-up. Una loro irritazione può indurre intolleranza alle lenti a contatto.
Le funzioni dello strato lipidico sono:
Lo strato acquoso è lo strato centrale, compone la maggior parte del film lacrimale, quindi è presente in maggiore quantità. Viene prodotto dalla ghiandola lacrimale principale e da quelle accessorie. La sua carenza può provocare secchezza oculare.
Le sue funzioni sono:
Lo strato mucinico è quello più interno, viene prodotto principalmente dalla congiuntiva, un suo deficit potrebbe comportare una difficoltà nel porto delle lenti a contatto e le sue funzioni sono:
Foto da Pexels.
Abbiamo imparato a conoscere il film lacrimale e, come abbiamo visto, possono presentarsi problemi diversi. Con una valutazione accurata attraverso test specifici si potrà mettere in luce la fonte della problematica e quindi ristabilire il corretto equilibrio del film lacrimale grazie a integratori mirati.
Da Ottica Terragni effettuiamo la valutazione optometrica dell'occhio secco: con specifici test, indaghiamo tutti gli strati del film lacrimale: mucinico, acquoso e lipidico. Ogni strato infatti ha caratteristiche specifiche e necessita di indagini accurate. Attraverso questi test differenti cerchiamo la fonte della problematica, per potervi consigliare la soluzione personalizzata per le vostre necessità.
Ricordate: ogni alterazione richiede l'impiego di un integratore specifico! Il fai da te, o integratori non corretti, possono dare una prima sensazione di sollievo ma a lungo termine possono far insorgere problematiche più gravi.
Affidatevi sempre al vostro ottico, optometrista o per tutte le problematiche patologiche al vostro oftalmologo!
La soluzione all'occhio secco è spesso rappresentata dagli integratori lacrimali. Cosa sono esattamente? Sono prodotti, solitamente sotto forma di gocce oculari, che integrano i componenti del film lacrimale che presentano un deficit. Avremo quindi integratori per lo strato mucinico, per l’acquoso ed altri per il lipidico.
Gli integratori per lo strato mucinico sono a base di mucolitici. Queste sostanze sono in grado di fluidificare il muco aiutando la sua disposizione sulla cornea. Ciò li rende perfetti per chi ha problemi in questo strato.
Per lo strato acquoso avremo bisogno di integratori che bilancino il contenuto salino del film lacrimale e che reidratino e umettino l'occhio.
Per lo strato lipidico useremo prodotti ricchi di liposomi, vitamine e amminoacidi. Integrando questo strato si impedirà anche l'evaporazione dello strato acquoso.
Infine, i prodotti migliori contengono sostanze in grado di nutrire l'epitelio corneale, aiutando la ricostruzione dei danni causati dall'occhio secco.
Sono dei colliri? Spesso i prodotti si possono confondere, ma gli integratori lacrimali non sono necessariamente dei farmaci.
Una curiosità: esistono integratori specifici per gli utilizzatori di lenti a contatto morbide, rigide e da ortocheratologia. Non dobbiamo dimenticare infatti che le lenti a contatto possono portare piccole alterazioni al film lacrimale anche se applicate correttamente. Un integratore specifico può aiutarci a portarle bene anche per un lungo periodo.
Foto da Pexels.
Abbiamo parlato del film lacrimale e delle sue possibili alterazioni. Spesso non ci pensiamo, ma una causa frequente di irritazione è l'uso del make-up.
Dobbiamo sapere che a ogni ammiccamento la palpebra distribuisce il film lacrimale: se sul margine palpebrale sono presenti delle particelle, come residui di trucco, queste possono essere trasportate sulla superficie del nostro occhio creando quindi irritazione.
Per questo è consigliabile applicare il trucco solo nella parte esterna dell'occhio e non sui margini palpebrali, oltre ad assicurarsi che il make-up in uso sia di buona qualità.
Inoltre, se si è portatori di lenti a contatto, le impurità possono attaccarsi alle lenti e quindi risultare più pericolose!
Quando non vogliamo rinunciare al trucco sono importanti un'adeguata applicazione e rimozione accompagnata da una corretta igiene, altrimenti microbi o germi possono trovare un buon giaciglio per riprodursi.
Immagine da flickr.com @moda fina bone
Applicazione, test, e controlli periodici sono molto importanti per i portatori di lenti a contatto. Nelle curiosità precedenti vi abbiamo spiegato i vari tipi di #lentiacontatto, l'importanza dell'applicazione, l'igiene. Ora vi spiegheremo cosa accade al vostro film lacrimale e perché talvolta si ha la sensazione di occhio secco, rossore, bruciore.
Dobbiamo sapere che quando si applica una lente a contatto, morbida o rigida (o semirigida), il nostro film lacrimale viene "spezzato" e alterato. Le alterazioni possono provocare secchezza oculare, disidratazione della lente e aumento di depositi sulla lente, sopratutto se associate ad altri agenti scatenanti (aria condizionata, smog, fumo etc.).
La lente a contatto morbida, una volta applicata va ad adagiarsi nello strato acquoso, creando un film pre lente e post lente, mentre le lenti a contatto rigide o semirigide (RGP), si adagiano più in superficie rispetto alle morbide. La lente, restando ricoperta solo da uno strato molto sottile, tenderà a seccare più facilmente. Per restare idratata, assorbirà più acqua dallo strato acquoso, creando quindi un’alterazione degli strati sottostanti, seccando l'occhio.
Consigli:
Durante l'arco della giornata è consigliato l'utilizzo di umettanti specifici, perché:
Vi raccomandiamo sempre di consultare il vostro ottico, optometrista e oftalmologo in caso di problematiche patologiche e di evitare il fai da te spesso dannoso!
Elisabetta
Foto da Pexels.
Vi presentiamo le video curiosità a puntate sulle lenti progressive. Un appuntamento a settimana per scoprire tutto su queste lenti innovative e tecnologiche. Restate connessi, aggiungeremo un nuovo video ogni venerdì, e ricordate: trovate i video anche sui nostri canali social!
Scoprite di più nella precedente curiosità: Lenti multifocali.
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Scopri di più nella precedente curiosità: Antiriflesso.
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Scopriamo in questo breve video alcuni semplici indizi per capire se il nostro bambino potrebbe avere problemi di vista. Non dimenticate che una valutazione optometrica è effettuabile già dai primi mesi di vita!
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Scopri di più nella precedente curiosità: Cinetosi Visiva.
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Capita di sentire gli occhi stanchi... Ma cosa significa? Scopriamolo insieme in questo video!
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Scopriamo insieme in questo breve video l'importanza di una buona applicazione quando si iniziano a portare le lenti a contatto.
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Scopri di più nella precedente curiosità: Montature per bambini.
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Foto da pexels @juan-salamanca
Le #Curiosità di Ottica Terragni! 😎
Proteggersi dal sole è importante. Lo sappiamo bene, per questo ci difendiamo con cappelli, creme solari e... occhiali da sole! Non dobbiamo dimenticare che i raggi UV sono dannosi anche per i nostri occhi e dobbiamo difenderli con delle lenti adeguate. Oggi vedremo che anche nei più piccoli questa è una vera necessità.
Proprio come la pelle, i occhi possono subire danni se esposti alla luce UV: l'assorbimento degli UV negli anni può portare a invecchiamento precoce e malattie degli occhi... Vi ricordate? Ne avevamo parlato in una precedente curiosità: "Raggi UV".
Nei bambini, le strutture oculari sono più trasparenti e dunque la radiazione dannosa arriva più facilmente alla retina, la struttura più delicata. Questo, unito al fatto che i bambini passano più tempo all'aria aperta, specialmente in estate, comporta un serio rischio per la salute oculare.
I bambini sono quindi più sensibili ai pericoli del sole!
Il sole fa bene... Ma bisogna proteggersi. Già dai primi anni è importante difendere gli occhi dalla luce UV del sole. È importante utilizzare un occhiale da sole non solo alla moda, ma con lenti certificate e sicure, che blocchino i raggi UV. Attenzione: lenti di scarsa qualità potrebbero casuare dei danni!
Nella immagine possiamo vedere uno dei test più accurati per la misura dell'acutezza visiva: il test a scala logaritmica.
Le #Curiosità di Ottica Terragni! 😎
Il test dell'acutezza visiva è forse il più conosciuto... Ma come funziona?
Il nostro occhio è in grado di riconoscere dettagli molto piccoli. Misurare quanto piccoli sono questi dettagli ci aiuta a capire se l'occhio potrebbe avere un problema visivo... Per questo si usano gli ottotipi, le scale di lettere di misura decrescente che vedete in figura.
Queste lettere hanno misure accuratamente studiate, che devono variare in base alla distanza di utilizzo del test, per garantire una valutazione accurata anche in ambienti diversi. Non solo la dimensione delle lettere è importante, ma anche il tipo di carattere, la sua colorazione, il distanziamento tra le diverse ettere e tra le diverse righe... Infine, anche l'illuminazione dell'ambiente deve essere sotto controllo.
Con tutti questi dettagli sotto controllo, si può procedere alla misura della acutezza visiva, ossia la più piccola misura di lettere riconoscibili dall'occhio.
Il test di acutezza visiva, insomma, per quanto possa sembrare semplice nella sua esecuzione, è un test veramente importante e complesso!
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I visi possono essere divisi in quattro grandi gruppi: quadrato, rotondo, ovale e triangolare.
Con la scelta dell’occhiale giusto possiamo andare a valorizzare e ottimizzare i lineamenti, con l’aiuto di poche regole!
Se hai un viso quadrato, quindi con mento e fronte pronunciati, è meglio prediligere una forma morbida, arrotondata, che smussi i lineamenti... Quindi diciamo sì a forme rotonde, ovali, o perché no, anche vintage!
Un viso rotondo ha lineamenti delicati e guance pronunciate, quindi per evitare l’effetto “palla” è meglio scegliere delle forme con angoli evidenti. Occhiali quadrati e a occhi di gatto sono ideali. Se non vuoi rinunciare agli occhiali tondi, sceglili con qualche angolo, magari nella zona tempiale!
I più fortunati sono coloro che hanno un viso ovale perché in genere vanno bene tutte le forme, dalle classiche a quelle più particolari… e allora perché non sbizzarrirsi? Se hai un viso ovale ma tendente al lungo è meglio evitare le montature troppo basse o sottili perché rischiano di creare uno spiacevole effetto di allungamento: in questo caso sceglietela spessa e rettangolare!
Con la forma del viso triangolare è meglio scegliere delle montature che ammorbidiscano i tratti del volto. Le forme rotonde vestono meglio se hai il mento che tende ad assere appuntito, mentre la forma squadrata e ampia aiuta ad armonizzare un volto con mento arrotondato! In entrambi i casi l’ideale è evitare le montature trasparenti o assenti nella parte inferiore.
Abbiamo visto come abbinare l’occhiale giusto alla forma del viso… ma che forma ha il mio viso??
Per capire la forma del viso, prendete nota della sua larghezza e della sua altezza, misurandolo dall'attaccatura dei capelli al mento.
Successivamente bisogna immaginare di dividerlo in quattro porzioni orizzontali: tracciate una linea virtuale all’attaccatura dei capelli, una all’altezza delle sopracciglia, una alla fine del naso e infine una sotto il mento. Grazie alle porzioni potete capire se il vostro viso è più lungo che largo.
Se la linea del vostro viso è tondeggiante, grazie alle proporzioni potrete capire se è tondo o ovale. Se prevale la fronte e il mento tende ad essere appuntito il viso sarà triangolare. Infine, in una forma dove prevale la mascella il viso sarà quadrato!
Può sembrare complicato… Ma puoi aiutarti confrontando una tua foto con i disegni che ti proponiamo in questa guida!
Ricorda…
Il tuo ottico di fiducia controlla sempre con attenzione che le lenti siano ben centrate con gli occhi. Molto importante è anche la calzata sul naso che deve essere giusta: se troppo stretta farà calzare alzare l’occhiale e stringerà sul naso, se troppo larga l’occhiale continuerà a scivolare, e non basterà accorciare le astine dietro l’orecchio!.
È importante poi valutare che la larghezza dell’occhiale sia adeguata al volto: bisogna verificare che l’occhiale non vesta troppo largo o troppo stretto... un segreto? L’asta non dovrebbe piegarsi per seguire il viso ma avere un tragitto più dritto possibile!
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Le lenti che proteggono dalla luce blu, spesso chiamate "blu-control" o "blu-block", sono lenti in grado di bloccare una parte della luce blu ad alta energia, che è emessa in grande quantità dagli schermi dei dispositivi elettronici.
Avevamo già parlato di luce blu in un'altra curiosità: Luce Blu.
Quando è troppa, la luce blu può essere dannosa per i ostri occhi, affaticare la vista e alterare il sonno, specialmente per chi passa molto tempo al chiuso in presenza di luce artificiale, o utilizza molto il telefono, tablet o computer.
Generalmente le lenti funzionano in due modi diversi: alcune lenti sono composte di un materiale che è in grado di assorbire la luce blu, bloccandone il passaggio. Altre lenti sono trattate con un particolare antiriflesso che riflette la luce blu, anche in questo caso lasciando passare solo la luce necessaria.
Questi tipi di lenti possono essere indicate sia per chi cerca la migliore tecnologia sia per chi, come i più giovani, hanno più necessità di protezione e sono esposti per tempi maggiori alla luminosità dei dispositivi digitali.
Proprio così: esistono anche apposite lenti a contatto che, oltre a proteggere dai dannosi raggi UV, sono composte di uno speciale materiale in grado di difenderci dalla luce blu! Perfette per chi vive costantemente a contatto con la luce artificiale ma non vuole rinunciare alla praticità delle lenti a contatto!
Foto da Pixabay @Gedesby1989.
Le #Curiosità di Ottica Terragni! 😎
Chi utilizza lenti a contatto morbide non usa e getta sicuramente ha familiarità con il liquido di pulizia e conservazione. Queste lenti infatti possono essere utilizzate più giorni, ma per una corretta igiene richiedono una pulizia accurata ad ogni utilizzo.
Esistono diversi liquidi, quasi sempre come "soluzione unica" che comprende un disinfettante ed un conservante. Esistono anche soluzioni al perossido utili per una maggiore igiene: chiedi al tuo optoemtrista.
Qualunque sia la soluzione scelta insieme al proprio optoemtrista, oggi ricordiamo una regola importante per queste lenti: cambiare sempre il liquido ad ogni utilizzo!
Ogni volta che indossiamo le lenti è fondamentale svuotare il contenitore dal liquido rimasto e lasciarlo asciugare. Quando riporremo le lenti a fine utilizzo, versare del nuovo liquido nel portalenti.
Anche il portalenti va cambiato con regolarità: ogni confezione di liquido ne contiene uno nuovo!
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Foto da Pexels @steve.
Le #Curiosità di Ottica Terragni! 😎
Oggi parliamo di una regola fondamentale per l'uso delle lenti a contatto:
non utilizzare mai l'acqua per pulire o maneggiare le lenti a contatto!
L'acqua, anche se potabile, contiene microorganismi che verrebbero assorbiti dalla lente e tenuti a contatto con l'occhio, con il rischio di danni gravi e irreversibili... Come fare quindi?
Bastano questi semplici accorgimenti per non rischiare...
Quindi ricordate: lenti a contatto, mai con l'acqua!
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Le #Curiosità di Ottica Terragni! 😎
Le lenti a contatto giornaliere rappresentano la soluzione di utilizzo senza compromessi per una igiene ottimale: ogni giorno una lente nuova per i nostri occhi. Attenzione però, il nome può trarre in inganno... Giornaliere significa usa e getta! Anche se la si utilizza per poche ore, la lente va gettata quando rimossa.
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Foto da Pexels @burst.
Le #Curiosità di Ottica Terragni! 😎
Quando si utilizzano le lenti a contatto, alcune semplici regole di igiene sono fondamentali. La prima tra tutte: lavarsi e asciugarsi sempre bene le mani prima di toccare gli occhi o le lenti.
La corretta igiene delle mani è indispensabile per un utilizzo delle lenti a contatto in tutta sicurezza!
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Scopri se hai un difetto visivo
Guarda queste lettere su sfondo colorato: se il nero delle lettere ti sembra più intenso e definito su uno dei due sfondi potresti avere un difetto visivo...
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La visione dei colori
Una delle capacitè dei nostri occhi è distinguere i colori della luce.
Purtroppo per qualcuno questa capacitè è alterata: il giusto test può individuare queste problematiche...
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Come appoggiare gli occhiali
Per la fretta può capitare di appoggiare gli occhiali dalla parte delle lenti, rischiando così di rigarle... Mettili sempre nel verso corretto.
Inoltre fai attenzione: l'antiriflesso o la specchiatura possono danneggiarsi!
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Non mettere gli occhiali in testa
Non mettere gli occhiali in testa!
Anche se può sembrarti pratico e alla moda metterti gli occhiali in testa, può graffiare le lenti e allargare la montatura... Rispetta il tuo occhiale!
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Ecco un semplice test per indagare la presenza di astigmatismo.
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Scopri se sei astigmatico
Prova a guardare questo "orologio" con un occhio per volta: se vedi alcune linee più scure e marcate potrebbe essere presente un astigmatismo!
Vuoi saperne di più? Leggi la nostra curiosità dedicata all'astigmatismo.
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Guardate i quattro riquadri: i due in alto mostrano una lente nel verso corretto, al contrario dei due in basso.
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Come riconoscere il verso di una lente a contatto
Forse non tutti sanno che le lenti a contatto morbide hanno un verso giusto ed uno sbagliato... È importante saperli distinguere!
Controlla i bordi della lente: appoggia la lente al polpastrello. Se ha una forma regolare, con i bordi sollevati a formare una specie di U è il verso corretto. Se invece è al contrario i bordi tenderanno a piegarsi verso l'esterno...
Puoi anche pizzicarla con le dita: se mantiene una forma chiusa è giusta, mentre se i bordi si ripiegano all'esterno è il verso sbagliato!
Ora sai come riconoscere il giusto verso delle lenti a contatto morbide...
Ricorda di lavare sempre le mani prima di toccare le lenti e di seguire tutte le indicazioni del tuo optometrista!
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Le #Curiosità di Ottica Terragni! 😎
La sensibilità al contrasto
La sensibilità al contrasto indica la capacità del sistema visivo di distinguere dettagli di luminosità leggermente differente. Nella figura, che simula un test di misura, si possono vedere lettere di diverse dimensioni e di differente contrasto. Un buon sistema visivo è in grado di distinguerle!
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Pulisci sempre l'occhiale con un panno morbido, ricordandoti di lavare prima le lenti.
Le #Curiosità di Ottica Terragni! 😎
Pulizia degli occhiali
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Foto da Pexels.
Una buona visione è fondamentale nell'attività scolastica: nel processo di lettura gli occhi devono mettere a fuoco e convergere in modo accurato e costante, mentre lo sguardo compie le saccadi, dei salti rapidi e precisi tra le parole.
Quando tutto funziona per il meglio, queste attività visive sono automatizzate ed ottimali, non richiedono troppa attenzione e risorse cognitive: allo stesso tempo infatti si deve comprendere il testo, ascoltare gli insegnanti e non farsi distrarre dai compagni... Pensate a quanto sarebbe difficile tutto questo se bisognasse concentrarsi molto anche solo per non vedere doppio o sfocato.
Purtroppo le problematiche visive possono rendere la lettura meno efficiente, sottraendo attenzione ai giovani studenti. Queste roblematiche possono comprendere non solo una bassa acutezza visiva, ma anche una difficoltà ad accomodare, a convergere o a compiere i movimenti oculari di inseguimento e saccadici. Se si presentano queste difficoltà, non solo le parole nel foglio non saranno sempre nitide, ma la capacità di leggere sarà resa più difficile e impegnativa, rendendo la scuola e lo studio difficoltosi e compromettendo l'apprendimento.
Per questo a scuola risultano basilari non solo una buona acutezza visiva, ma anche -e soprattutto- un adeguato equilibrio binoculare.
Una buona vista è la prima arma per affrontare al meglio la scuola!
Abbiamo già parlato dei raggi UV e delle caratteristiche dei materiali delle lenti oftalmiche. Sappiamo quindi che i raggi UV sono una forma dannosa ad alta energia di luce e che le lenti oftalmiche non sono tutte uguali.
Uno dei fattori che può differenziare una lente dall'altra è la qualità della loro trasparenza alla luce visibile e agli UV. La trasparenza ci dice quanta luce le attraversa: una buona lente è trasparente nel visibile ma dovrebbe bloccare tutti i pericolosi raggi UV.
Non tutti i materiali con i quali vengono prodotte le lenti oftalmiche però sono in grado di bloccare gli UV. Alcuni materiali li lasciano passare, permettendo a questa luce ad alta energia di colpire gli occhi, causando potenzialmente danni sia alla pelle sia ai delicati tessuti oculari.
Nella foto qui sopra possiamo vedere come due lenti si comportino in modo diverso nei confronti della luce UV: una lente consente il passaggio di questa radiazione che riesce così a colorare la lente fotocromatica sottostante (la lente fotocromatica si colora se colpita da raggi UV), mentre una seconda lente blocca completamente questa radiazione dannosa, mantenendo la fotocromatica perfettamente trasparente.
Di seguito possiamo vedere un breve video che ci mostra in diretta questo interessante effetto:
Chiedi sempre al tuo optometrista di fiducia!
La luce si propaga nello spazio come onda elettromagnetica: significa che è caratterizzata dall'oscillazione dei campi elettrico e magnetico. Se l'oscillazione dei campi non avviene in direzioni casuali ma si presenta sempre sullo stesso piano possiamo parlare di luce polarizzata linearmente.
Cosa comporta in pratica?
Quando la luce viene riflessa, ad esempio dalla superficie dell'acqua o dell'asfalto, avviene sempre un fenomeno di polarizzazione anche se parziale. La luce riflessa è quindi sempre polarizzata. Questi raggi riflessi sono quelli più fastidiosi per la visione: abbagliano senza apportare informazioni utili sull'ambiente.
Costruendo delle particolari lenti che assorbano questi raggi di luce polarizzata, possiamo ottenere il grande vantaggio di bloccare selettivamente solo i fastidiosi raggi riflessi. I filtri polarizzanti per occhiali fermano i raggi riflessi, garantendo una miglior visione senza alterare la percezione dei colori e senza risultare troppo scure.
Per ottenere delle lenti prottettive da sole complete occorre un ultimo passaggio. Al filtro polarizzante occorre abbinare una lente ottica colorata per garantire la corretta protezione dall'abbagliamento della luce ambientale. Queste lenti possono avere diverse colorazioni e trattamenti per rispondere alle esigenze del portatore: lenti da guida, da sportm da tempo libero o fashion, la polarizzazione garantisce semrpe una qualità di visione superiore, risultando in un occhiale da sole protettivo e versatile.
Immagine risultante di una topografia corneale.
La topografia è un esame strumentale che consente di ottenere una mappa della superficie esterna dell'occhio, la cornea. La cornea è un tessuto trasparente che, grazie alla particolare conformazione, permette il passaggio della luce e parte della sua focalizzazione.
Dettaglio del topografo corneale con i dischi di Placido.
Il topografo proietta sull'occhio una speciale immagine composta da cerchi concentrici bianchi e neri, chiamata disco di Placido, e ne osserva la riflessione. Dallo studio accurato dell'immagine riflessa lo strumento è in grado di calcolare la curvatura della cornea in ogni suo punto.
Questi dati vengono infine resi in una immagine di facile interpretazione, nella quale una apposita scala di colori indica le diverse curvature, proprio come in una mappa della superficie terrestre. Per convenzione, con il blu si indicano le zone più piatte della cornea, crescendo via via al verde e al rosso, con il quale troviamo le zone di curvatura maggiore.
La cornea non è una sfera perfetta, ma presenta zone a diversa curvatura, partendo dal centro dove è più curva fino alla periferia dove è più piatta. La presenza di vizi di refrazione come ad esempio l'astigmatismo o di patologie come il cheratocono possono alterare le zone di curvatura fisiologica. Per questo la topografia è un esame indispensabile sia nell'applicazione di lenti a contatto speciali, come ad esempio le lenti per cheratocono o le lenti per ortocheratologia, sia nella diagnosi medica delle patologie.
La topografia potrà quindi esservi prescritta dal vostro medico di fiducia per monitorare lo stato di salute dell'occhio, ma vi verrà effettuata anche dal vostro optometrista nell'ambito della corretta gestione dell'applicazione di lenti a contatto. Ricordiamo che l'ottico e l'optometrista non si occupano di diagnosi.
Foto da Pexels @ Luis Quintero.
Gli smartphone, il computer, la guida, il lavoro, gli hobby... Le nostre attività quotidiane richiedono una visione precisa e dinamica ed il nostro sistema visivo è sottoposto a notevole affaticamento e stress accomodativo. Con il passare degli anni e l'insorgere della presbiopia (vi ricordate? Ne abbiamo parlato in una precedente curiosità) i nostri occhi non sono più in grado di focalizzare bene gli oggetti più vicini. Questo può avvenire anche per attività particolari o per difficoltà nella visione binoculare. Come fare?
Per risolvere questo problema e garantirci una visione dinamica esistono le lenti multifocali o progressive.
Proviamo a fare un po' di ordine...
"Multifocali" indica lenti con più fuochi, ossia più poteri correttivi differenti.
"Progressive", perchè il passaggio tra i vari fuochi non avviene con un salto ma gradualmente, progressivamente.
Possiamo considerarle l'evoluzioni delle "bifocali", le classiche lenti con la lunetta, le quali avevano due fuochi (da qui il termine bi-focali) con un passaggio non graduale tra loro.
Con i termini multifocali o progressive si descrivono quindi le stesse lenti: quelle che ci consentono con un'unica soluzione ottica una visione nitida, confortevole e dinamica di oggetti posti a diverse distanze da noi.
Le lenti multifocali nascono per consentirci di vedere bene da lontano e da vicino. Ma come funzionano? Se pensiamo a come guardiamo attraverso un occhiale, ci renderemo conto che sfruttiamo in modo differente le varie zone delle lenti: quando guardiamo lontano tendiamo a usare la parte alta dell'occhiale, mentre per leggere usiamo la parte più bassa. Basta pensare a un esempio tipico: la guida. Per guardare la strada guardiamo dritti davanti a noi, mentre per il cruscotto abbasseremo lo sguardo. La sfida è quindi creare delle lenti che varino gradualmente il loro potere dalla parte alta, dove verrà centrato il potere necessario per lontano, alla parte bassa, dove troveremo il potere per la lettura.
Immagine che mostra lo schema di progressione di una multifocale con zone ottiche molto ampie e simmetriche.
Immagine che mostra lo schema di progressione di una multifocale con zone ottiche mediamente ampie e simmetriche.
Immagine che mostra lo schema di progressione di una multifocale, con zone ottiche non simmetriche tra i due occhi.
Per ottenere l'effetto voluto le due superfici della lente sono progettate e prodotte in modo da variare gradualmente il potere correttivo della stessa.
Sembra semplice? Purtroppo la presenza simultanea di vari poteri correttivi porta la lente ad avere delle zone di aberrazione, termine che indica delle parti della lente con poteri non voluti, che non ci consentono una visione adeguata. Se guardiamo la foto con lo schema colorato delle lenti qui sopra, possiamo vedere una zona rosa che dalla parte più alta si stringe e scende verso il basso della lente. La zona rosa indica la parte della lente dove troviamo il potere necessario per una corretta visione. Le zone laterali, con colori via via più diversi rappresentano le zone di aberrazione.
Queste parti della lente non ci consentono una buona visione. Attenzione: a parità di potere può esserci molta differenza di qualità tra una lente e un'altra! Perchè una lente sia confortevole infatti le zone di aberrazione devono essere il più limitate, periferiche e simmetriche possibile, sia per lontano sia per vicino. Tutto questo non è cosa semplice specialmente se le correzioni necessarie nei due occhi sono differenti.
Le lenti multifocali non esistono solo nella versione più comune, quella che ci consente di vedere da lontano e da vicino. Esistono infatti anche in alcune varianti specifiche, quali ad esempio le lenti per ufficio o le lenti a "supporto accomodativo". Di queste lenti speciali parleremo in una curiosità a loro dedicata, in futuro: state connessi!
Abbiamo imparato che le lenti multifocali sono una soluzione ottimale per la vita di tutti i giorni, e ci permettono di vedere nitidamente a tutte le distanze, ma anche che sono lenti più tecniche e complesse, che richiedono una qualità ottica e di produzione superiore. Infine, è importante anche una prescrizione attenta e dedicata alla soluzione ottica: rivolgiti al tuo optometrista di fiducia!
Nella precedente curiosità abbiamo parlato dell'importanza della montatura per una corretta visione. Quando si parla di bambini, bisogna considerare che le necessità visive dei più piccoli sono diverse da quelle degli adulti, così come diverse sono le strutture anatomiche interessate: viso, naso, orecchie e occhi.
Il viso di un bambino non è semplicemente come quello di un adulto in miniatura, ma ha delle proprie caratteristiche che vanno ben considerate nella selta della corretta montatura.
In base all'età i rapporti tra le dimensioni di viso, occhi, naso e orecchie variano anche di molto, rendendo necessari accorgimenti particolari per la produzione di montature adeguate.
Gli occhi
Guardando il viso di un bambino, i suoi occhi ci sembreranno particolarmente grandi. Questo perchè, pur dovendo ancora crescere, le loro dimensioni rispetto al volto sono maggiori se rapportate ad un adulto. La montatura deve quindi presentare dei cerchi, ossia la componente che contorna e sostiente le lenti, di forma e misura adeguata a coprire interamente il campo visivo del bambino. Anche la distanza dei due occhi rispetto al naso sarà differente rispetto ad un adulto... Insomma, serve una montatura su misura!
Il naso
Il naso rappresenta la struttura anatomica dove comunemente appoggia la montatura. nei più piccoli, questo non è ancora completamente sviluppato, non consentendo l'uso di una montatura qualsiasi. La forma del ponte, ossia la componente che collega i due cerchi e appoggia sul viso, deve essere accuratamente studiata per appoggiare con delicatezza sul viso, nelle varie fasi di crescita del bambino.
Una visione attiva. I bambini sono sempre in movimento... La montatura scelta per loro deve permetterlo! Spesso le montature per i più piccoli presentano elastici o terminali regolabili, per una corretta calzata dietro l'orecchio, nel rispetto del confort e della mobilità dei piccoli portatori. Anche il modo di guardare è diverso in questa età: un bambino si troverà spesso ad esplorare lo spazio con gli occhi. Ecco che quindi la montatura deve calzare in modo da mantenere le lenti ben centrate davanti agli occhi, con un buon campo visivo in tutte le direzioni, anche verso l'alto!
Il sistema visivo dei bambini sta ancora maturando, e lo fa grazie alle esperienze visive quotidiane. Per questo è indispensabile che la montatura resti ben centrata nelle varie attività di gioco dei bambini, per consentire sempre una corretta focalizzazione e un conseguente corretto sviluppo visivo.
Non da ultimo, la montatura deve essere bella, colorata e comoda anche se portata tutto il giorno!
Con il passare degli anni i bambini crescono... E con loro crescono le loro necessità visive! Ora il sistema visivo è maggiormente formato, e gli impegni a carico degli occhi iniziano ad essere più simili a quelli dei grandi... I portatori devono leggere più spesso, ma continuano ad avere una vita attiva, nella quale è indispensabile che la montatura presenti una buona calzata in condizioni dinamiche.
Oltre alla visione, anche le strutture del viso e degli occhi sono maturate, consentendo l'uso di montature diverse, più in linea con i gusti dei piccoli portatori, che sanno bene quello che vogliono perchè lo hanno visto in tv o su internet...
Nonostante questo, non bisogna dimenticarsi che anche in questa età le montature devono garantire standard elevati di sicurezza, flessibilità e resistenza, e consentire ancora una buona ampiezza di sguardo in tutte le direzioni, una buona calzata stabile ed una leggerezza e stabilità indicate per la grande mobilità dei portatori.
Che debba essere portata a pochi mesi, alle elementari o alle medie, una montatura deve garantire alcune importanti caratteristiche: leggerezza, flessibilità, resistenza, atossicità dei materiali. Deve poi evitare l'uso di componenti sporgenti o pericolose, con le quali il bambino potrebbe ferirsi giocando. Sono quindi da preferirsi montature che non usino parti interne in metallo. A questa età capita spesso di ricevere colpi anche sul viso, e la montatura deve proteggere l'occhio anzichè danneggiarlo.
Spesso le montature per bambini non presentano l'uso di alette o naselli, le componenti regolabili per l'appoggio sul naso. In realtà, se accuratamente studiate per l'età, queste non rappresentano un problema.
Nonostante quanto appena introdotto, esistono in commercio molte montature prodotte in versione piccolo adulto, ossia identiche a quelle di più grandi ma in miniatura... Queste montature sono da evitare! Anche se a qualcuno possono sembrare più alla moda o carine, queste montature non possono garantire la corretta calzata e una adeguata sicurezza per i bambini.
Sembra troppo complicato? Ricordate che un corretto sviluppo visivo passa anche dalla giusta montatura! Affidatevi al vostro ottico di fiducia per scegliere la montatura più indicata per il piccolo portatore!
Le montature sono una componente importante dell'occhiale da vista. Il loro compito principale è quello di sostenere le lenti, mantenendole ben allineate e posizionate davanti agli occhi, per garantirci una corretta visione anche quando siamo in movimento.
Oltre a questo, le montature rappresentano un importante accessorio di moda, capace non solo di rappresentare la nostra personalità, magari con stili diversi in base alla situazione, ma anche in grado di modificare il modo in cui ci vediamo e vediamo visti: la montatura diventa una vera e propria parte del viso!
Una montatura deve quindi avere una doppia natura: una tecnica, che le consenta di essere pratica e confortevole e una di moda, che la renda esteticamente bella e che invogli il portatore ad indossarla: spesso la porterà tutte le ore, tutti i giorni!
Una buona montatura deve essere composta in materiali leggeri e resistenti, atossici e anallergici, di forma adeguata ad una buona calzata e a sostenere correttamente le lenti... Ma andiamo con ordine.
Un esempio di montatura in metallo, con montaggio glasant, con alette.
Foto da Flair.
I materiali possono essere metallici, plastici o naturali.
Nei metalli i materiali migliori utilizzati son il titanio e l'acciaio, anche l'acciaio medicale, che garantiscono una sicurezza massima per chi soffre di allergie. Altri metalli possono essere a base di alluminio o di speciali leghe, per ricercare la massima resistenza e leggerezza. Possono essere usati metalli con memoria di forma, ossia che tendono a ritornare alla forma originale quando vengono deformati.
Più il metallo è di buona qualità e ben lavorato, più la montatura può essere sottile e leggera senza peccare in resistenza.
Una componente spesso trascurata ma fondamentale di questi materiali è la verniciatura o galvanizzazione: è questa la componente che andrà a contatto con la pelle!
I materiali plastici sono commposti da polimeri di varia natura, spesso ancora genericamente chiamati celluloidi per via dei primi materiali utilizzati nel campo dell'occhialeria. Attualmente esistono svariati materiali, a base di cellulosa o di nylon, inietati, stampati o prodotti in lastra e torniti. Consentono di giocare con forme e colori, ottenendo montature spesse o sottili, variopinte, scure o trasparenti, per soddisfare le esigienze più disparate. Le diverse materie prime impiegate portano a risultati finali iversi, in termini di resistenza, malleabilità, spessore e peso.
Infine, con un approccio green, vengono prodotte montature in materiali naturali, come legno, cotone o altro. Queste montature, che richiedono accortezze maggiori in fase di studio e produzione, riescono comunque a garantire solidità e leggerezza, venendo incontro a chi cerca l'aspetto ecologico anche nella scelta dell'occhiale.
I materiali fino a qui descritti possono essere uniti per creare delle montature che verranno definite a materiale combinato, ad indicare l'uso di più materiali diversi.
Ogni materiale ha le sue specifiche caratteristiche: chiedi al tuo ottico quali sono i materiali più indicati per le tue necessità!
Chi è portatore di occhiali avrà già familiarità con questi aspetti. Ogni montatura ha delle misure che la contraddistinguono: il calibro, il ponte e la lunghezza dell'asta. Ogni viso è unico e la montatura deve potervisi adattare al meglio! Nella scelta della montatura fatti semrpe consigliare dal tuo ottico di fiducia: una scelta errata può portare a discomfort o visione non nitida!
Altre caratteristiche tecniche distinguono le montature oltre alla scelta del materiale di base, come la presenza delle alette, dell'asta "flex" o la presenza di un cerchio completo, parziale o del tutto assente.
Le alette: la montatura può calzare direttamente a contatto con il viso o tramite apposite alette o naselli, solitamente in gomma o silicone, ma che possono essere anche in titanio o altri materiali anallergici.
Solitamente gli occhiali in metallo sfruttano le alette al contrario di quelli in materiali plastici, ma non è sempre così. Le alette garantiscono una maggiore regolabilità della calzata sul naso, ma appoggiando con una superficie minore possono segnare maggiormente nel caso di occhiali non sufficientemente leggeri. Al contrario la calzata diretta richiede una forma del ponte meglio compatibile con il viso del portatore, ma poggiando su una superficie maggiore può dimostrarsi più confortevole.
Le aste flex: può non sembrare, ma i nostri occhiali sono sottoposti quotidianamente a notevoli stress meccanici! La componente più sensibile ad usura è forse l'asta, aperta e chiusa più volte al giorno. Il punto dell'asta che consente la sua chiusura si definisce cerniera. Questa può essere prodotta nei più svariati modi, ma solitamente viene utilizzata una semplice vite. Ad ogni apertura e chiusura, la montatura riceve sollecitazioni che possono portare a modificarne la calzata sul viso. Per ovviare a questo inconveniente nella zona d'innesto può essere presente una piccola molla, che assorbe gli stress di apertura e chiusura, impedendo alla montatura di deformarsi e allargarsi più facilmente. Questo tipo di cerniera è definita cerniera flessibile, spesso detta flex.
Molte aziende produttrici, per garantire resistenza e funzionalità nel tempo, sviluppano metodi differenti per ottenere un'asta flex, sostituendo l'uso della molla con teconologie personalizzate.
Un esempio storico di differenti montaggi: un cerchiato ed un glasant.
Montature "cerchiate" o "a giorno". Come abbiamo detto all'inizio, il compito principale di una montatura è quello di sostenere la lente. Questo può avvenire con un "cerchio" di materiale che formando un anello avvolge completametne la lente, oppure con cerchi parziali o del tutto assenti. Le prime montature si chiamano cerchiate, mentre una montatura con cerchio parziale o assente può essere una "nylor" o "glasant". Molto semplicemente, la prima sostituisce il cerchio con un filo di nylon per sostenre la lente, mentre in un glasant la lente viene forata e, con teconologie molto differenti tra le varie ditte, la montatura viene agganciata alla lente.
Le montature sono fondamentali per garantire una corretta visione con l'occhiale da vista. Devono essere sia tecniche che alla moda... La montatura perfetta esiste? Il tuo ottico saprà trovare quella giusta per te!
Immagine da pexels.com @maumascaro
Le lenti oftalmiche rappresentano un ausilio importante per una corretta visione. Per consentire la giusta qualità visiva, i materiali utilizzati in ottica devono garantire buone caratteristiche di uniformità, trasparenza, dispersione e indice di rifrazione.
I materiali delle lenti oftalmiche si distinguono fondamentalmente in due grandi categorie: minerale e organico. Le lenti possono infatti essere prodotte in vetro, un solido derivato dal Silicio di uso molto comune, ma di qualità ottica superiore, o in materiali organici, composti cioè da polimeri a base di Carbonio e altri elementi di diversa natura.
Sia per i vetri sia per i materiali organici vengono prodotte alcune varianti che ne ottimizzano diversi aspetti tecnici, per venire incontro alle necessità generate dai diversi poteri da correggere.
Per quanto riguarda le lenti in vetro, al materiale di base vengono aggiunti metalli come il titanio o il lantanio, per rendere il materiale più "pesante" e aumentarne l'indice di rifrazione.
Allo stesso modo per le lenti organiche, ma con variazioni di materiale tipici di ogni ditta e non sempre resi noti, vengono prodotti materiali finiti di diversi indici.
Abbiamo parlato di indice di rifrazione: questo parametro indica la capacità del materiale di rallentare e deviare la luce che lo attraversa. Più l'indice è alto più la lente potrà essere sottile a parità di potere. Nelle lenti oftalmiche gli indici vanno da un minimo di 1.5 ad un massimo di 1.76 per quanto riguarda l'organico e 1.9 per quanto riguarda il vetro.
Una lente 1.76 sarà quindi più sottile e leggera di una 1.5.
Al variare dell'indice di rifrazione cambiano però anche gli altri parametri di assorbimento e dispersione, che definiscono la trasparenza. Pensiamo al vetro: per aumentarne l'indice occorre inserire nel materiale un metallo, che renderà il vetro più rifrangente aumentandone l'indice di rifrazione, ma anche più dispersivo e meno trasparente. Allo stesso modo anche se con diversi materiali avviene per i materiali organici: non è possibile aumentare l'indice di rifrazione senza agire anche sulle altre caratteristiche del materiale.
L'obbiettivo della costante ricerca delle aziende produttrici e dei ricercatori è dunque trovare l'equilibrio migliore tra questi parametri, per produrre materiali ad alto indice ma con una trasparenza ed una dispersione ottimali.
Immagine da pixabay.com @wingsofcompassion
La trasparenza è la capacità del materiale di lasciarsi attraversare dalla luce, senza assorbirla o rifletterla. Un buon materiale deve consentire il passaggio di tutta la luce visibile, e trattenere invece la luce non visibile e dannosa, come i raggi UV. I materiali recenti, viste le nuove tecnologie di illuminazione e i dispositivi digitali sempre più presenti, sono stati rivisti per poter bloccare non solo gli UV ma parte della luce blu, visibile ma dannosa se presente in eccessiva quantità. Quanta luce blu bloccare è una domanda ancora in divenire vista la veloce evoluzione tecnologica. Certo è che i moderni led a basso consumo hanno una forte emissione nel blu (luce ad alta energia), richiedendo quindi accortezze particolari.
I parametri che influenzano la trasparenza sono l'assorbimento e la riflessione. Il primo è un parametro tipico del materiale, e dipende da come questo viene prodotto. La riflessione può essere controllata con i trattamenti di superficie: un buon antiriflesso limita la riflessione indesiderata, agendo direttamente sulla trasparenza finale della lente, ottimizzandone la qualità ottica. Per questo il trattamento antiriflesso è una componente fondamentale della lente oftalmica, da considerare come parte integrante dello stesso materiale.
Infine, un ultimo parametro importante è la dispersione. Questo parametro, meno apprezzabile direttamente a differenza di spessore e trasparenza, indica quanto la luce bianca che attraversa la lente viene scomposta nelle sue diverse componenti, quindi i diversi colori.
Questo dato deve mantenersi su parametri adeguati alla qualità richiesta dal settore dell'ottica, poichè anche se non è facile percepirlo ad occhio nudo, è un dato importante per una corretta visione.
Le lenti oftalmiche sono il frutto di costanti ricerche tecnologiche, che puntano a produrre materiali per lenti sottili, trasparenti e dalla qualità ottica superiore.
In base alle necessità, si possono scegliere materiali ad alto o basso indice, per ottimizzare lo spessore e la leggerezza, senza perdere qualità di visione.
Con il termine "cinetosi visiva", spesso chiamata anche mal di movimento, si intende un insieme di disturbi che includono capogiri, nausea, mancanza di equilibrio e sensazione di galleggiamento. Questi derivano da una anomala interazione tra stimoli dei sistemi visivo, vestibolare (il sistema che regola l'equilibrio) e propriocettivo (termine con il quale in questo ambito si intende l'insieme della tonicità muscolare del corpo).
In condizioni normali, il sistema visivo funge da indicatore per il sistema vestibolare che regola l'equilibrio. Ad ogni movimento degli occhi, ad esempio, le informazioni visive vengono mandate al vestibolo, situato nell'orecchio interno, perchè questo possa regolare l'equilibrio del corpo di conseguenza. Allo stesso modo, ad ogni movimento del capo il sistema vestibolare coordina dei movimenti oculari. Tutto questo avviene in automatico, senza che noi ne abbiamo coscienza, e ci consente di mantenere una buona fissazione degli occhi anche mentre ci muoviamo, ed un buon equilibrio anche mentre muoviamo gli occhi.
Quando qualcosa nell'interazione tra visione e equilibrio non funziona correttamente il processo non risulta più automatico e ottimale, ma al contrario genera delle interferenze che causano i fastidiosi sintomi di malessere tipici della cinetosi.
I movimenti oculari, che dovrebbero comunicare con il vestibolo per non alterarne lo stato, generano delle difficoltà nel mantenere l'equilibrio. Allo stesso modo i movimenti del capo e del corpo non sviluppano più dei movimenti degli occhi fluidi che possano mantenere una corretta fissazione, ma creano delle alterazioni nella visione.
Oltre a queste problematiche di interazione, si può sviluppare una anomala gestione delle informazioni visive.
La visione non si limita alla lettura dei caratteri, ma coinvolge il riconoscimento, a volte inconscio, dell'ambiente circostante. Possiamo quindi pensare alla visione come l'insieme della visione centrale o locale e della visione periferica o globale. La visione centrale, ciò che si sta osservando con il centro del campo visivo, ci da informazioni su cosa stiamo guardando, ci consente di leggere i caratteri di un testo o osservare i dettagli di una immagine. La visione periferica ci consente invece di orientarci nello spazio, di percepire la luce e le ombre, i movimenti e le variazioni dell'ambiente. Se le informazioni visive centrali e periferiche non si integrano correttamente può nuovamente svilupparsi la cinetosi visiva. Un esempio tipico è il mal d'auto, che peggiora se si prova a leggere un testo o un messaggio su smartphone. Un altro esempio spesso sottovalutato è rappresentato dai luoghi affollati o ricchi di oggetti o di luce, come un supermercato o una piazza affollata. La quantità di oggetti, di persone o di luci attorno a noi possono causare nervosismo e malessere generale, al quale spesso non pensiamo come ad una problematica visiva ma che potrebbe invece essere spiegato proprio dalla cinetosi.
L'occhiale non serve! Al contrario, per chi soffre di cinetosi ogni cambio di occhiale, anche una semplice sistemazione possono essere molto fastidiosi poichè cambiano il fragile equilibrio tra visione centrale e globale e tra visione e vestibolo.
La buona notizia è che la cinetosi può essere di solito completamente risolta andando a eliminare tutti i fastidi legati alle attività quotidiane come fare la spesa al supermercato e stare in un ambiente affollato: la soluzione per queste problematiche visive è il training visivo optometrico.
Immagine da flickr.com @Oll Raqwe
L'ortocheratologia è una tecnica non chirurgica, affermata e sicura, che consente di correggere un difetto visivo tramite l'uso programmato di specifiche lenti a contatto.
Queste lenti solitamente vengono indossate di notte e rimosse al risveglio, permettendo una visione nitida a occhio nudo durante tutta la giornata.
La particolare geometria di queste lenti a contatto modella in modo controllato la superficie esterna della cornea al fine di correggere il difetto visivo e consente di affrontare la giornata senza l'uso di occhiali o lenti a contatto.
Dopo la prima notte di uso si ottiene circa un 50% della riduzione del difetto, arrivando generalmente al 100% nei gironi successivi.
L'ortocheratologia è utilizzata per la compensazione di miopia lieve e moderata, ipermetropia, astigmatismo e, in casi selezionati, di presbiopia. L'entit&eagrave; del difetto visivo correggibile deve essere valutata dall'optometrista in base alle caratteristiche oculari della persona e ai progressi scientifici e tecnologici.
Esistono delle controindicazioni che devono essere valutate attentamente dall'optometrista e dal medico oculista durante le consulenze preliminari.
Il trattamento è completamente reversibile.
è sufficiente smettere di portare le lenti durante la notte per tornare alla situazione di partenza in un periodo che va da qualche giorno a qualche settimana, in funzione delle proprie caratteristiche corneali.
È stato ampiamente dimostrato che l'ortocheratologia rappresenta, attualmente, la tecnica non farmacologica più efficace per rallentare l'aumento della miopia giovanile non patologica.
L'ortocheratologia è una tecnica specialistica che necessita di elevata preparazione ed esperienza da parte dell'applicatore al fine di garantire i massimi livelli di efficacia e sicurezza.. Il referente ideale è l'optometrista specializzato in lenti a contatto che collabori con il medico oculista.
Numerosi studi scientifici peer review, uniti a numerose evidenze cliniche, confermano l'efficacia e la sicurezza dell'ortocheratologia nel breve e nel lungo periodo.
È stato, inoltre, dimostrato che i migliori livelli di sicurezza si ottengono rispettando le indicazioni di manutenzione e i controlli programmati con l'optometrista e con il medico oculista.
Le definizioni presentate sono prese da ALOeO, Associazione Laureati in Ottica e Optometria e da Eurok, European Academy of Orthokeratology and Myopia Control. Fidati solo di professionisti che espongono il logo ALOeO, a garanzia di una corretta formazione ed un costante aggiornamento!
È bene recarsi periodicamente dall'optometrista per controlli visivi e da figure come il medico oculista per valutare la propria salute oculare.
Immagine da flickr.com @Gregorio Parvus
Le nostre attività quotidiane richiedono una visione molto dinamica: il lavoro, lo sport e i nostri hobby impongono ormai una costante alternanza di visione lontana e ravvicinata. Anche per chi non lavora in ufficio la moderna tecnologia ci porta a focalizzare molto spesso da vicino.
Cosa fare quando la visione da vicino inizia ad essere sfocata ma non vogliamo rinunciare alla praticità di non indossare l’occhiale? La risposta sono le lenti a contatto multifocali!
Di lenti a contatto abbiamo già parlato in una precedente curiosità. Sono dispositivi ottici che si indossano direttamente a contatto con l'occhio, consentendo una visione naturale e confortevole. Le lenti a contatto multifocali nascono per consentire una corretta visione a tutte le distanze con un'unica applicazione. Sono delle particolari lenti che contengono tutti i poteri necessari ad una visione nitida da lontano e da vicino.
Le lenti a contatto multifocali vengono prodotte con alcune variazioni di potere, solitamente concentriche, che modificano il potere della lente tra quello necessario da lontano e quello da vicino. In questo modo, una volta indossate, l'occhio ha a disposizione tutto il necessario per vedere in modo nitido alle varie distanze.
Nelle lenti da occhiali i poteri diversi sono posizionati nei vari punti della lente che noi useremo per le varie distanze (di questo parleremo sicurametne in una prossima curiosità... Quindi restate connessi!). Questo consente di trovare sempre il punto giusto per una visione ottimale, ma solo per specifiche direzioni di sguardo.
Le lenti a contatto non possono offrire questa soluzione perchè... si muovono insieme all'occhio! Ecco perchè vengono prodotte con tutti i poteri necessari simultaneamente presenti nelle varie zone della lente.
Questo porta al grande vantaggio di vedere bene a tutte le distanze per qualunque direzione di sguardo! Per fare questo però è necessario trovare la lente giusta per ogni portatore, ed "imparare" ad utilizzarla nel modo corretto, abituandosi a questa particolare situazione visiva.
Sì, o meglio: teoricamente sì!
Le lenti a contatto multifocali esistono ormai in tanti materiali e tipologie di porto, sia per chi vuole farne un uso saltuario, magari per la domenica o per le ferie, sia per chi vuole usarle quotidianamente.
Esistono lenti giornaliere usa e getta o mensili, in materiali indicati anche ad un porto prolungato.
Esistono lenti per quasi tutte le condizioni visive, per miopia e ipermetropia, ed anche per astigmatismo!
Le lenti a contatto multifocali, se provate senza una adeguata applicazione, oltre a comportare un rischio per la salute dell'occhio, difficilmente consentiranno una visione nitida e confortevole. Per quanto spiegato in precedenza, le lenti vanno provate con un professinoista al fine di verificarne la corretta calzata nell'occhio e per trovare la giusta correzione: non basta la prescrizione degli occhiali!
Le lenti a contatto offrono una visione confortevole e naturale, anche quando i nostri occhi iniziano a faticare nella visione da vicino. Affidati sempre ad un professionista per trovare la lente giusta per te e verifica periodicamente la salute dell'occhio con valutazioni optometriche e oculistiche.
Per qualunque dubbio... Chiedi al tuo optometrista!
Immagine da flickr.com @moda fina bone
Le lenti a contatto sono una soluzione pratica e discreta per i problemi visivi. In uso ormai da diversi anni, le lenti a contatto moderne sono morbide, confortevoli e comode da indossare.
Le lenti a contatto sono dei dispositivi ottici che si indossano direttamente a contatto con l'occhio nella sua porzione più esterna, la cornea. Possono coprire parzialmente o completamente la cornea, in base al tipo di lente usata.
La loro particolare forma consente, una volta in posizione, di correggere il difetto visivo garantendo una visione nitida ed una superiore naturalezza di visione rispetto all'occhiale.
Esistono diverse tipologe di lenti a contatto, differenziabili per forma, materiale, metodo di correzione, durata...
Le lenti più comuni sono morbide, composte quindi da un materiale flessibile, che si adegua bene all'occhio e risulta confortevole da subito. Queste lenti possono essere giornaliere (usa e getta) o di durata variabile, dalla settimana al mese. Le lenti di durata superiore al giorno possono essere conservate in appositi liquidi che le puliscono e le conservano. Le lenti descritte si chiamano comunemente "disposable", che significa che si trovano già pronte in commercio, e possono correggere la maggior parte dei difetti visivi come miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia.
Non bisogna dimenticare però che le lenti a contatto, anche quelle disposable, sono dispositivi medici invasivi di classe IIa (dispositivi a rischio medio). Per questo non bisogna farsi ingannare dalla facile reperibilità: le lenti a contatto devono essere applicate e verificate da un professionista!
Abbiamo parlato di lenti morbide. Queste possono essere composte da materiali diversi.
Alcune lenti sono composte prevalentemente da un materiale contenente molta acqua chiamato hidrogel. Oltre a questo hidrogel, nelle lenti di nuova generazione viene inserito un materiale a base di silicone, che consente un maggior passaggio di ossigeno per lasciare respirare l'occhio, consentendo così al portatore un uso più prolungato nella giornata. Oltre al silicone, possono essere inseriti materiali biocompatibili come l'acido ialuronico.
Una famiglia completamente diversa è quella delle lenti dure. Come dice il nome, i materiale che le compone non è morbido ma rigido. Queste lenti vengono spesso chiamate semirigide, ma il loro nome tecnico è RGP. Solitamente di dimensione più ridotta rispetto alle morbide, la loro forma deve essere realizzata su misura per l'occhio, o provata con maggior attenzione affinchè la loro forma sia compatibile con quella dell'occhio.
Le lenti RGP vengono attualmente utilizzate solo per condizioni particolari, come cheratocono o altre condizioni che richiedano una specifica lente su misura.
In condizioni particolari, la qualità visiva ottenibile con queste lenti è superiore alle morbide ed all'occhiale.
Unendo lenti morbile e rigide, vengono realizzate le lenti ibride. Uniscono la comodità delle morbide alla qualità ottica delle rigide.
Quando si utilizzano lenti a contatto è fondamentale rispettare la durata prevista. Esistono infatti lenti di durata diversa.
Le giornaliere sono attualmente le più utilizzate. Con questo termine si indicano le lenti a contatto morbide pensate per essere usate una sola volta. Il loro utilizzo può quindi estendersi al massimo alla giornata. Sono igieniche e molto pratiche.
Oltre alle lenti giornaliere, le morbide possono essere prodotte in versioni a durata variabile: settimanali, quindicinali o mensili sono le tipologie più diffuse. Consentono il matenimento di una corretta igiene con uno spreco di materiale minore. Con queste lenti è fondamentale la corretta gestione della pulizia.
Esistono poi lenti a durata ancora superiore, come le trimestrali o le annuali. Queste, nate prima delle attuali girnaliere, sono ancora usate in casi particolari di lenti a contatto costruite su misura, anche se ormai esistono lenti su misura anche menisli, rendendo le trimestrali e le annuali ormai quasi sempre superate per via del più difficile mantenimento della pulizia così a lungo.
Infine, le lenti RGP non hanno una vera scadenza come le morbide, in quanto il loro materiale è più facilmente pulibile a lungo. Di contro, la loro pulizia quotidiana richiede un impegno maggiroe.
Le lenti a contatto possono correggere una ampia varietà di difetti visivi. Esistono lenti per miopia, per ipermetropia, per astigmatismo e anche lenti multifocali per presbiopia. Di queste ultime parleremo in una curiosità apposita, quindi continuate a seguirci!
Ormai, anche nella pratica versione gironaliera si può correggere la maggior parte dei difetti visivi! Chiedi al tuo ottico e saprà trovare la soluzione perfetta per te.
Oltre che un pratico metodo di correzione, le lenti possono essere un vero e proprio accessorio di moda: è il caso delle lenti cosmetiche o colorate. Esistono sia in versione gironaliera sia a durata maggiore, in diversi colori, dai più naturali a quelli più vistosi, fino alle lenti coprenti tipiche delle feste di Halloween o utilizzate nei film.
Per i casi più particolari esistono infine diverse lenti apposite.
Esistono lenti definite terapeutiche, senza correzione ma da indossare su indicazione medica per coprire ad esempio una escoriazione o una ustione all'occhio.
Esistono lenti estetiche, da non confondere con le cosmetiche, usate per moda, queste letni possono coprire un occhio danneggiato ricreando una normale estetica esterna.
Una tipologia di lenti ancora non molto conosciuta è quella delle lenti da ortocheratologia. Di questa particolare tipologia di lenti parleremo più avanti in una nuova curiosità, ma si tratta di speciali lenti che, portate di notte e tolte al risveglio, consentono una visione nitida senza correzione per tutto il giorno!
Non hai mai provato lenti a contatto? Rivolgiti al tuo optometrista di fiducia!
Evita sempre il fai da te: una corretta applicazione e regolari controlli dall'optometrista e dal medico oftalmologo sono le premesse per un porto sicuro e sempre confortevole.
Lavati sempre le mani prima di toccare gli occhi e le lenti.
Rispetta le scadenze concordate con l'optometrista.
Controlla sempre l'integrità delle lenti e dei prodotti di manutenzione.
Non usare le lenti in caso di influenza, raffreddore o allergia, in caso tu stia usando farmaci o colliri, in ambienti troppo polverosi o in piscina se non utilizzi gli occhialini.
Infine, segui sempre le istruzioni del tuo professionista di fiducia!
Le lenti a contatto offrono una visione naturale e confortevole, una qualità visiva e una libertà di movimento superiori.
Vuoi provare le letni a contatto? Chiedi al tuo optometrista!
Il cheratocono è una patologia della cornea, la porzione trasparente più esterna dell'occhio. In un occhio affetto da questa problematica una porzione della cornea si assottiglia e si indebolisce, perdendo la sua resistenza e di conseguenza la sua forma naturale: spinta dalla pressione interna dell'occhio questa assume una forma, appunto, conica.
Il cheratocono viene diagnosticato dal medico oftalmologo solitamente dopo una topografia, un esame strumentale in grado di ricreare una mappa dell'occhio per evidenziarne le alterazioni. È importante quindi in caso di sospetto cheratocono rivolgersi a medico per una pronta diagnosi, ed in caso di riscontro della patologia effettuare controlli periodici per monitorarla.
Il cheratocono causa un astigmatismo irregolare, spesso abbinato a miopia. Per questo i primi sintomi del cheratocono sono in genere quelli di visione sfocata tipici dei due difetti refrattivi.
La visione risulta più alterata quanto più progredisce la patologia.
A causa della forma irregolare assunta dall'occhio, la visione non è completamente migliorabile con occhiali. per ottenere una buona visione quasi sempre occorrono delle speciali lenti a contatto.
A differenza delle più comuni lenti morbide, le lenti per cheratocono sono in materiale duro, spesso chiamate semirigide, così da poter appoggiarsi all'occhio senza deformarsi, ma al contrario simulando una forma pi&ugarev; regolare e consentendo una visione nitida.
Queste lenti vanno realizzate su misura, dopo una attenta applicazione effettuata dall'ottico o optometrista in modo da consentire una visione ottimale senza alterare la delicata situazione della cornea.
L'ipovisione è una condizione di permanente riduzione della funzionalità visiva. Può essere causata da diverse patologie, e si concreetizza in una qualità visiva molto scarsa, in termini di acutezza visiva e/o di campo visivo, non migliorabile con occhiali, lenti a contatto o trattamenti medici.
Si tratta quindi di una condizione piuttosto debilitante, che limita chi ne è affetto nelle comuni attività quotidiane, ad esempio nel riconoscere un volto, nel fare la spesa, nella lettura e nel lavoro.
Poichè la visione è compromessa e non migliorabile con semplici occhiali o lenti a contatto, bisogna cercare soluzioni differenti. La cosa più importante è imparare a sfruttare il proprio potenziale visivo residuo, abituandosi per quanto possibile alla nuova condizione.
In aggiunta a questo, diversi dispositivi appositamente realizzati possono aiutare a migliorare la visione per specifici compiti.
Questi dispositivi sono in genere degli ingranditori, i più semplici dei quali sono le comuni lenti di ingrandimento. Ne esistono di diversi tipi, con lenti più o meno gandi e più o meno ingrandenti. Le migliori sono dotate di supporto e luce integrata, offrendo una comodità ed una usabilità migliore per la lettura. Alcune lenti sono pensate per usi specifici, come il cucito o la lettura di tabulati.
Se occorre un ingrandimento maggiore, o quando si ha necessità di migliorare la visione a distanze diverse, si possono utilizzare dei sistemi ingranenti montati su occhiale. Si tratta di veri e propri piccoli telescopi costruiti su misura e montati su occhiali che possono essere indossati e che vanno ad ingrandire e migliorare la visione per lontano e/o per vicino. Questi sistemi possono essere molto utili e possono sembrare semplici, ma vanno prescritti e testati per il singolo utilizzatore.
Oltre ai dispositivi ottici esistono i videoingranditori. Si tratta di videocamere che riprendono un testo scritto e lo proiettano, ingrandito, su uno schermo. Sono dispositivi in genere più costosi ed ingombranti, ma consentono di leggere testi che altrimenti risulterebbero troppo piccoli.
Esistono poi i sistemi di riconoscimento digitale. Si tratta di dispositivi digitali che con una videocamera ed un sintetizzatore vocale riconoscono e leggono per noi testi scritti ma anche banconote, volti e molto altro. Le moderne tecnologie stanno portando questi sistemui ad essere molto pratici e funzionali, consentendo di svolgere una gran quantità di compiti prima impossibili.
Infine, una componente davvero importante dell'ipovisione è la forza di volontà. Purtroppo una calo visivo debilitante e non recuperabile puè essere molto frustrante, ma non bisogna lasciarsi abbattere: la tecnologia cerca di aiutarci dove i nostri occhi non arrivano!
La luce ci consente di vedere il mondo in tutta la sua bellezza. Diffusa dal Sole o dalle lampade nelle nostre case, si irradia nell'ambiente illuminando tutti gli oggetti. Arrivata ai nostri occhi ci consente di osservare i colori, le forme e tutte le sfumature del nostro bellissimo mondo.
C'è molta differenza però tra la luce naturale del Sole e la luce delle moderne lampade a neon o a led... Sempre di più infatti queste moderne fonti luminose sono ad alta energia, di un bianco vivissimo, quasi tendente all'azzurrino, come ad esempio nei fari delle auto.
Questa luce così accesa, che in genere si definisce bianco freddo, non è altro che una radiazione con una forte componente di luce blu.
Immagine da pixabay.com @cmart29
La luce bianca è infatti composta da tante luci di energia diversa, che compongono i diversi colori, proprio come nell'arcobaleno. Partendo dal rosso dotato di minore energia, si passa all'arancione, il giallo, il verde, l'azzurro ad energia intermedia, per arrivare al blu-viola ad alta energia.
Oltre a queste che rappresentano la luce che noi possiamo vedere, esistono gli infrarossi, prima del rosso, e gli ultravioletti, dopo il blu-viola, entrambe non visibili ma che possiamo percepire sotto forma di calore o quando ci abbronziamo al mare.
Nella luce del nostro Sole, quella più naturale per i nostri occhi, c'è una predominanza di toni caldi di giallo e rosso. Al contrario, nei moderni led si ha una forte dominanza di luce blu. Questa rende il led di un bel bianco brillante ma... Può stancare i nostri occhi!
Ricerche recenti sembrano infatti indicare che l'eccesso di luce blu nei moderni dispositivi elettronici può portare ad affaticamento visivo. Sembrerebbe inoltre che la luce blu sia responsabile di alterazioni dei cicli di veglia e sonno, disturbando il nostro riposo.
Per questo i sistemi più recenti consentono di ingiallire lo schermo nelle ore serali, riducendo l'affaticamento degli occhi. Ma come difendersi davvero dall'eccesso di luce proveniente dal luogo di studio o lavoro, dal cellulare, dagli schermi di pc e televisione, dai fari delle auto e sempre più spesso anche dalle lampadine nelle case?
Per fortuna esistono diversi dispositivi specifici per ridurre l'arrivo di luce blu ai nostri occhi! È il caso delle lenti oftalmiche di nuova generazione, che con il loro materiale o con il trattamento antiriflesso possono bloccare una parte più o meno alta della luce blu.
Non bisogna esagerare... La luce blu, anche se può risultare fastidiosa, è comunque parte della luce bianca. Eliminarla completamente significherebbe privarci di parte della nostra qualità visiva nonchè alterare i colori degli oggetti. Quindi la lente oftalmica non deve bloccare tutta la luce blu!
Al contrario, deve bloccare tutti i dannosi raggi UV, molto simili alla luce blu ma non più visibili e solo dannosi per gli occhi.
Le migliori lenti moderne quindi sono in grado di bloccare completamente la luce UV e di fermare anche una piccola parte della blu, lasciando passare quel che serve a mantenere una buona visione, una corretta percezione dei colori, ma assorbendo l'eccesso che stanca gli occhi.
Generalmente le lenti funzionano in due modi diversi: alcune lenti sono composte di un materiale che è in grado di assorbire la luce blu, bloccandone il passaggio. Altre lenti sono trattate con un particolare antiriflesso che riflette la luce blu, anche in questo caso lasciando passare solo la luce necessaria.
Questi tipi di lenti possono essere indicate sia per chi cerca la migliore tecnologia sia per chi, come i più giovani, hanno più necessità di protezione e sono esposti per tempi maggiori alla luminosità dei dispositivi digitali.
Alcune ditte di lenti hanno quindi sviluppato più tipi di lenti, alcune con la massima protezione per chi è maggiormente immerso nel mondo digitale, altre per chi cerca una soluzione di protezione più flessibile e discreta.
Quale scegliere? Il vostro optometrista ed il vostro ottico di fiducia sapranno indicarvi al meglio le diverse opportunità attualmente offerte dal mercato, proponendo la soluzione più adatta alle vostre esigenze!
I raggi UV, o ultravioletti, sono una particolare componente della luce, ad alta energia e non visibile dall'occhio umano.
La luce è quella particolare forma di energia emessa dal Sole, dalle altre stelle, o da dispositivi artificiali come le lampade in casa.
Di tutta la luce, solo una piccola parte è visibile. Una grande quantità di luce ha energia troppo bassa o troppo alta per essere vista, ma arriva comunque a colpire i nostri occhi.
I raggi UV sono appunto una parte ad alta energia della luce. Possono essere molto pericolosi: sono i responsabili dell'abbronzatura estiva, ma proprio come ci possiamo scottare la pelle se prendiamo troppo sole, anche i nostri occhi possono rimanere danneggiati dai raggi UV.
Anzi, poichè i nostri occhi non possono cambiare il loro colore per difendersi, sono più sensibili ai raggi UV e vanno protetti.
Per fortuna ci sono tanti dispositivi e abitudini che ci aiutano.
Primi fra tutti gli occhiali da sole, nati per difenderci dai raggi dannosi oltre che dalla luce in eccesso. Le lenti grazie al loro colore trattengono la luce visibile in eccesso, permettendoci di eliminare quel fastidioso effetto di abbagliamento. Ma se le lenti rispettano gli standard riescono a bloccare anche tutti i raggi UV. Per questo è importante assicurarsi di usare lenti da sole di buona qualità: se non lo sono, i raggi UV, che per noi sono invisibili, potrebbero arrivare ai nostri occhi e danneggiarli senza che noi possiamo accorgercene!
Ricordiamo che è possibile produrre lenti da vista perfettamente colorate e protettive per il sole.
Oltre agli occhiali da sole, esistono diverse soluzioni anche per le lenti chiare da vista.
Un primo esempio sono le lenti fotocromatiche, lenti con apposita tecnologia che si attiva in risposta ai raggi UV, colorando la lente e rendendola una perfetta lente protettiva.
Anche i trattamenti antiriflesso di migliore qualità, pur essendo perfettamente trasparenti, sono prodotti in modo da bloccare i raggi dannosi. Questi trattamenti, effettuati sulle lenti da vista, le rendono quindo non solo più trasparenti alla luce visibile, ma riescono a renderle dei dispositivi di protezione dagli UV.
Infine, molti materiali per lenti da vista, anche se trasparenti, sono prodotti in modo da non lasciar passare questi raggi dannosi! Chiedi sempre al tuo optometrista o ottico di fiducia le specifiche del materiale delle tue lenti!
Una curiosità: anche alcune lenti a contatto, anche queste perfettamente trasparenti e non colorate, possono proteggere gli occhi dai raggi UV! Inoltre, i ricercatori stanno studiando e producendo uno speciale materiale per lenti a contatto fotocromatico, quindi forse presto potremo avere lenti a contatto che si colorano al sole!
Abbiamo visto tanti dispositivi diversi, ma la cosa più importante è ricordarsi di proteggere sempre gli occhi: non possiamo vedere gli UV ma possiamo difenderci!
Con il termine lenti oftalmiche si indicano le lenti correttive degli occhiali.
La storia delle lenti oftalmiche parte già dagli antichi romani, ma è solo in epoca medievale che, sempre nella penisola italica, la lavorazione del vetro viene indirizzata esplicitamente a questo scopo: le lenti oftalmiche, grazie alla loro forma, alla qualità e alla curvatura delle superfici, consentono di deviare la luce in modo ottimale, consentendo a chi ha difetti visivi di tornare a vedere nitidamente.
Attualmente le lenti possono essere prodotte in diversi materiali: al fianco delle storiche lenti minerali, composte di vetri più o meno complessi, esistono le lenti organiche infrangibili, fatte di diverse tipologie di materiali organici che, a parità di traspareza e qualità ottica risultano più leggere e resistenti agli urti.
Sia per le minerali sia per le organiche, le variazioni nel materiale portano le lenti ad essere più o meno sottili, rendendole adatte a tutte le problematiche visive.
Le lenti possono essere colorate per proteggere dal sole, oppure fotocromatiche che si colorano al sole per tornare chiare in ambienti chiusi o con poca luce.
Possiamo inoltre distinguere le lenti oftalmiche per la problematica che correggono e quindi per il loro "potere": esistono lenti negative per miopia, positive per ipermetropia e presbiopia, esistono lenti per astigmatismo o altro.
Infine si differenziano tra monofocali, lenti che consentono di vedere solo da lontano o da vicino, o multifocali, che consentono di vedere bene a più distanze, come ad esempio le lenti per ufficio o le progressive.
Come vedete esistono tante tipologie di lenti oftalmiche, ognuna adatta a necessità specifiche, tutte con lo scopo comune di consentire sempre la visione migliore a chi le indossa: per ogni necessità esiste la giusta lente!
L'antiriflesso è un trattamento che viene effettuato sulla superficie delle lenti per renderle più trasparenti. È composto da uno o più sottilissimi strati di materiali con specifiche proprietà ottiche.
I vari strati si occupano di eliminare i fastidiosi riflessi che la luce farebbe sulle superfici della lente. Senza trattamento quindi le superfici della lente riflettono una piccola quantità di luce, rendendo la lente leggermente specchiante. Con il trattamento questa riflessione viene diminuita quasi a zero.
Come si può osservare nella foto, la lente non trattata presenta riflessi bianchi e ben evidenti. Al contrario, nella lente con trattamento resta un residuo di riflesso verde, molto meno intenso, rendendo la lente nel complesso più trasparente.
Questo permette a chi indossa l'occhiale di conservare una visione più pulita e naturale.
I vari trattamenti possono differire notevolmente uno dall'altro. Una lente può essere completamente non trattata, oppure presentare uno o più trattamenti multipli, che genericamente possiamo distinguere in:
Indurente, una volta chiamato antigraffio, trattamento base che rende le lenti più resistenti;
Antiriflesso, l'effettivo trattamento che elimina i riflessi, che nei trattamenti di alta qualità è composto da molti strati per eliminare più riflessi possibile;
Antistatico, una componente degli antiriflessi migliori che rende la lente più resistente allo sporco;
Idrofobico, l'ultimo strato che rende la lente più facilmente pulibile.
Oltre ai trattamenti "base", utili per rimuovere i riflessi, esistono trattamenti specifici per casi particolari, come ad esempio i trattamenti blue-protect, che bloccano i raggi UV e parte della luce blu ad alta energia, presente in gran quantità nei led e negli schermi moderni.
Un altro esempio è la specchiatura, un trattamento effettuabile sulle lenti colorate da sole per rispondere a tutte le esigenze della moda.
Infine esistono trattamenti che rendono la lente antiappannante o resistente al calore.
L'antiriflesso è una componente fondamentale per una lente oftalmica dalle prestazioni al top. Rende la lente più resistente e longeva, consente una visione chiara e nitida in ogni condizione di luce, e risponde ad esigenze di lavoro e di visione particolari.
Vi siete mai chiesti come nasce un occhiale?
Scopritelo in questo video di 90 secondi!
Montatura by Look the Concept Factory, lenti by Carl Zeiss Vision lavorate con la miglior strumentazione by Nidek presso il nostro laboratorio.
Musica: "Corporate success" by Scott Holmes
From the Free Music Archive
Immagine da pixabay.com @PourquoiPas
La presbiopia è un difetto visivo che impedisce la corretta visione da vicino. Un presbite quindi vedrà male gli oggetti vicini mentre continuerà a vedere bene quelli lontani.
È una problematica che insorge intorno ai 40-45 anni, quando la lente dell'occhio, il cristallino, inizia a perdere la sua elasticità e con essa la sua capacità di messa a fuoco.
Normalmente le immagini di oggetti ravvicinati si formano sulla retina, ossia sul fondo dell'occhio, grazie al processo di messa a fuoco chiamato accomodazione. L'accomodazione è consentita da un cambio di forma del cristallino, che permette di focalizzare quindi gli oggetti ravvicinati alle varie distanze, come nella messa a fuoco di una fotocamera. Con il passare degli anni il cristallino diventa meno flessibile e non riesce più a cambiare facilmente la sua forma: gli oggetti più vicini iniziano ad apparire sfocati.
La presbiopia influisce negativamente sulla vita quotidiana e sul lavoro: dover continuamente sforzare gli occhi e trovare la giusta distanza per vedere bene cellulare, computer, tablet e documentazione cartacea, magari mentre stiamo lavorando o parlando con un collega o un amico, crea stanchezza e affaticamento.
Per fortuna correggere la presbiopia è semplice e si può fare in vari modi: dal classico occhiale da lettura alle lenti progressive, anche lenti a contatto.
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L'astigmatismo è un difetto visivo che può portare a visione offuscata da lontano e da vicino.
L'astigmatismo è dovuto ad una forma non perfettamente sferica delle componenti dell'occhio, che causano delle distorsioni delle immagini viste. Le immagini possono subire delle alterazioni lievi, come dei leggeri tremolii dei bordi, fino a vere e proprie distorsioni, come ad esempio vedere il cellulare storto o il piatto ovale.
L'astigmatismo si corregge con lenti da occhiale o lenti a contatto che compensano questa non sfericità dell'occhio.
Piccoli valori di astigmatismo in genere non causano nessun fastidio, ma correggere valori più forti può causare difficoltà di adattamento, perchè l'astigmatico, che era abituato a vedere il mondo con queste distorsioni, di colpo si trova a vedere in modo diverso, e può percepire gli oggetti come storti per colpa delle lenti che prima non portava.
È quindi necessario valutare con attenzione gli effetti delle lenti correttive. Nei casi di astigmatismo più forte, le lenti a contatto possono essere un valido aiuto, poichè correggono senza creare distorsioni.
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La ipermetropia è un difetto visivo che può rendere sfocata la visione da lontano o da vicino, a volte anche entrambe.
Normalmente, le immagini degli oggetti distanti che osserviamo si formano sulla retina, ossia sul fondo dell'occhio, consentendoci una visone nitida. In un occhio ipermetrope questo non avviene e le immagini si formano dopo la retina, per una ridotta lunghezza del bulbo oculare o per un basso potere delle lenti interne all'occhio.
Fortunatamente il nostro occhio è in grado di riportare da solo queste immagini sulla retina, con un processo di messa a fuoco chiamato accomodazione, riportando ad una corretta visione nitida. La capacità di accomodazione dell'occhio ha dei limiti che possono dipendere da età, affaticamento e caratteristiche del sistema visivo, rendendo la ipermetropia una condizione variabile: per poteri bassi rispetto alle capacità dell'occhio non si avranno particolari problemi, mentre per poteri troppo alti si avrà una visione sfocata da lontano e da vicino. Per poteri intermedi, si potrebbe avere una visione saltuariamente offuscata, specialmente nelle distanze ravvicinate (dove lo sforzo è maggiore) e in condizioni di stanchezza.
Come abbiamo visto l'effetto visivo può cambiare in base all'entità della ipermetropia, all'età e alla stanchezza. Un ipermetrope infatti deve sforzare gli occhi per vedere bene anche da lontano, per questo spesso un giovane ipermetrope vede bene ma sente gli occhi stanchi.
È importante quindi capire quanto affaticamento è causato dalla ipermetropia, anche in relazione all'attività visiva svolta: studio, lavoro, sport... L'optometrista saprà risponderti!
Immagine da pexels.com @designecologist
La miopia è un difetto visivo che rende sfocata la visione da lontano. Un miope quindi vedrà male gli oggetti lontano, mentre potrà vedere bene quelli vicini.
Normalmente, le immagini degli oggetti distanti che osserviamo si formano sulla retina, ossia sul fondo dell'occhio, consentendoci una visone nitida. In un occhio miope questo non avviene e le immagini si formano prima della retina, per una anomala lunghezza del bulbo oculare o per un eccessivo potere delle lenti interne all'occhio. Il nostro occhio non è in grado di riportare da solo queste immagini sulla retina, provocando così una visione tanto più offuscata quanto più sarà alta la miopia.
Al contrario, gli oggetti abbastanza vicini continueranno a produrre immagini sulla retina, consentendo all'occhio miope una buona visione.
La miopia si corregge con lenti negative in grado di riportare l'immagine nuovamente sulla retina. Si possono usare occhiali o lenti a contatto. Un altro metodo correttivo è l'ortocheratologia, un particolare tipo di lenti a contatto che, portate di notte, consentono per tutto il giorno una visione nitida senza occhiali e lenti.
È una condizione molto diffusa in Italia ed in genere intutte le società scolarizzate. Infatti tra le possibili cause della miopia, insieme a quelle ereditarie e alla forma dell'occhio, gioca un ruolo importante anche l'affaticamento visivo nella lettura. Per questo è importante mantenere la visione sotto controllo già dai primi anni di vita: consulta con regolarità il tuo optometrista!
L'optometrista è un professionista della visione. Si occupa di tutte le problematiche visive non patologiche, dalle più note che portano un calo visivo (per esempio miopia e ipermetropia), alle non meno comuni che causano i sintomi di affaticamento visivo: mal di testa, bruciore agli occhi, fatica nel leggere, visione instabile, fino anche a nausea e vomito.
In poche parole, l'optometrista tratta le problematiche visive funzionali.
La parola "optometrista" deriva dal greco e significa "misurazione della vista".
La pratica optometrica include la prescrizione di mezzi correttivi quali occhiali, lenti a contatto e mezzi ottici terapeutici, l'applicazione e la valutazione delle lenti a contatto, il potenziamento e miglioramento delle attività visive, la collaborazione con altre figure professionali sanitarie.
L'optometrista valuta la necessità di correzione del difetto visivo riscontrato. La corretta prescrizione permette di aumentare l'acuità visiva, che è la capacità di discriminare i dettagli fini di un oggetto. Spesso però i famosi 10 decimi non sono sufficienti per una visione efficace e confortevole! Anzi, serve molto altro...
L'optometrista indaga come funziona il sistema visivo, ovvero le abilità necessarie per ottenere una visione efficiente durante le attività quotidiane: capacità di allineare gli occhi (vergenza), di messa a fuoco alle varie distanze (accomodazione), motilità oculare, collaborazione dei due occhi (binocularità).
Molta attenzione va ricondotta alla distanza di lettura/scrittura, e di conseguenza a quelle abilità indispensabili per svolgere attività quotidiane come leggere e scrivere.
"Vedo bene ma..." Capita spesso di sentirlo dire.
Anche se anatomicamente le strutture coinvolte nel processo visivo sono integre e la correzione (per esempio gli occhiali) è corretta, non è detto che si abbia una visione efficiente: si può avere visione doppia o sfocata, difficoltà nella lettura, frequenti mal di testa, scarsa percezione della profondità, difficoltà di concentrazione, scarsa coordinazione occhio-mano, eccetera. Tali problematiche potrebbero originare da un'errata interpretazione delle informazioni provenienti dal sistema visivo, e le chiamiamo in generale problematiche funzionali.
Per risolvere queste problematiche l'optometrista saprà consigliare di volta in volta l'opzione migliore, dal semplice occhiale, non più pensato per i famosi 10 decimi ma come dispositivo funzionale, fino al training visivo optometrico.
Particolare attenzione va rivolta ai più piccoli, in particolare nella fascia di età 0-6 anni: è infatti in questo periodo di vita che si sviluppano maggiormente le caratteristiche funzionali del sistema visivo. È importante dunque monitorare periodicamente le abilità visive del bambino, valutando l'eventuale presenza di difetti e difficoltà nella vista.
Sono molti i segni che possono farci sospettare la necessità di una analisi visiva: visione sfocata da lontano o vicino, frequenti mal di testa, visione doppia, necessità di strizzare gli occhi per vedere meglio, tendenza ad inclinare la testa o il libro nel leggere, avvicinarsi troppo al libro, chiudere/coprire un occhio durante la lettura, perdita del segno nella lettura, confondere le lettere e i numeri, difficoltà nel copiare dalla lavagna, vedere le parole in movimento nel foglio, e ancora altri indizi possono suggerirci la presenza di una problematica visiva.
Molte delle definizioni presentate sono prese da ALOeO, Associazione Laureati in Ottica e Optometria. Fidati solo di professionisti che espongono il suo logo, a garanzia di una corretta formazione ed un costante aggiornamento!
È bene recarsi periodicamente dall'optometrista per controlli visivi e da figure come il medico oculista per valutare la propria salute oculare.